Alessandra Corbetta
“Estate Corsara”
Alessandra Corbetta, nata a Erba nel 1988, è dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione e dei Media e lavora come Adjunct Professor e Teaching Assistant presso LIUC – Università Cattaneo. Ha conseguito un Master in Digital Communication e uno in Storytelling. Ha fondato e dirige il blog Alma Poesia (www.almapoesia.it), progetto interamente dedicato al linguaggio poetico italiano e internazionale, con il quale ha anche curato la pubblicazione del volume “Distanze obliterate. Generazioni di poesie sulla Rete” (Puntoacapo Editrice 2021). Collabora con il blog spagnolo di letteratura e poesia Vuela Palabra, scrive per il giornale online Gli Stati Generali e per Universo Poesia – Strisciarossa; per Rete55 conduce la rubrica “Poetando sul sofà”, dedicata a grandi autori della poesia italiana. Ha vinto e ricevuto segnalazioni di merito a diversi concorsi poetici; sue poesie sono presenti in varie antologie e tradotte anche su riviste straniere. Prima di “Estate corsara” la sua ultima opera in versi è “Corpo della Gioventù” (Puntoeacapo Editrice, 2019, mentre quella saggistica è “Corpi in Rete. Rappresentazioni del sé tra visualità e racconto” (Libreria Universitaria, 2021). Per Puntoacapo Editrice dirige la collana di poesia per opere prime Controcorrente.
Tutta la sua attività è consultabile sul sito www.alessandracorbetta.net.
Nella mia estate una delle letture a cui mi sono dedicata è stata “L’estate Corsara” di Alessandra Corbetta (Puntoeacapo Editrice, 2022). La stagione che dà il titolo alla raccolta è, nelle parole della nota di Marco Sonzogni “un’estate corsara che non aspetta – e non perdona”. Divisa in tre sezioni – Durante, Prima, Dopo – l’opera è il racconto di un amore finito, che viene rivissuto e ripercorso per permettere all’autrice di ritrovarsi. L’estate diventa quindi la stagione del passaggio a una consapevolezza nuova e a una dimensione più adulta, che si può percepire in versi che hanno l’atmosfera di un settembre interiore. Ad Alessandra Corbetta piace spiazzare il lettore, a partire da quel corsara che può far pensare a Pasolini e invece è un riferimento al gruppo musicale Baustelle. È un libro in cui i luoghi, i treni e le stagioni sono il deposito della memoria da cui sgorgano parole che compongono “una dichiarazione d’amore precisa e potente. A chi? A cosa? Per saperlo dobbiamo accettare di essere trafitti da una freccia indelebile e seguirla”, come dice ancora Sonzogni.
Bacà
Un libro giallo in mano per schivare lo sguardo
di chi ha provato a incrociarti
tra treno e banchina perché leggere – pensi –
è fare stare tutto in una riga, evitare
gli strappi di chi piange. Dritto e distratto
neghi la paura di un saluto perché – vuoi convincermi –
scrivere è una briciola di non-vissuto
Ma tu
Amore mio mi manchi
scritto sopra il muro – ma
non era una risposta.
Rimentto la mano in tasca,
tengo Cattolica stretta
come un nuovo talismano.
Non ricordo se ti ho detto che
Vivevo sulla ruota panoramica,
con i piedi penzoloni verso
piazza del Tramonto.
La panchina lo sapeva
Che ai tuoi occhi, alla tua pelle,
è cambiato tutto quanto – tu
altro giro, rivoluzione dove ero
ancora io, per sempre
una ragazza
Non ho letto il volume. Ma ho letto e recensito l’opera precedente di Alessandra Corbetta. Le poesie qui riportate, mi sembrano certificare una maturazione importante della sua scrittura.