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L’anticipazione

Laura Liberale – Unità stratigrafiche

Pubblichiamo un’anticipazione della nuova raccolta in progress di Laura Liberale, dal titolo provvisorio Unità stratigrafiche, che comprende le sezioni Tanatoestetica e Animal-Animot-Animort.

da Unità Stratigrafiche – Sezione I Tanatoestetica:

alla signora S. hanno aperto gli occhi per mostrarceli

la signora S. l’hanno estratta dal frigo e ora trasuda brina

è un pezzo d’inverno che si prepara a cedere a colliquare

il globo oculare ha un colore ottuso che non riconosciamo

qualcosa che vorremmo affondare sotto il peso di due monete

alla signora S. hanno sigillato le labbra con il Pattex i piedi li diresti di una bambola

*

pensare di chiamarla la “non più mano”

per la definitiva cessazione funzionale

ma finché alla signora S. stendiamo sulle unghie

lo smalto rosa a coprire il vecchio rosso smangiato

finché teniamo tra le nostre le sue dita artiche

finché persiste un qualche tipo di commercio fra vivi e morti

quella della signora S. continua indiscutibilmente a essere

una mano

*

cinguettii

mattino ventoso. mi sembra pericoloso allenarsi all’aperto

i morti vivono

i morti vivono

i torti stridono

con dei colori autentici  

dei morti in attesa: vivono, vivono

ora di partenza prevista: sempre. mia mamma ed io. passato, adios, grazie, fine. liberare. non ho parole ultime

liberare il passato per riposare

liberare il passato per riposare

liberare il passato per riposare

liberare il passato per riposare

liberare il passato davvero, davvero. vivremo, vinceremo

dove il passato? appena finito. aspetta

dove il passato? appena finito. aspetta

dove il passato? appena finito. aspetta

dove sempre? spettacolo gradito. legno. sono andato

sono finito. della prima stesura: solo merda. aspetta

angelo o legna. riposare

angeli o legna. riposare

angeli o legna. riposare

angeli o legna. sono via ora. vinceremo, vinceremo

legna vinceremo

legna vinceremo

legna vinceremo

legna vinceremo

legna vinceremo

legna. sto aspettando di fare un angiogramma

in vita

una vita

una vita

una vita

una vita

una vita

vita vita vita. assaggiate finalmente le ostriche. finito

vita vita vita. più profondamente passato. un fanculo a tutti. passato

The Tweet Hereafter (http://thetweethereafter.com) è un sito che elenca gli ultimi tweet scritti da persone che poco dopo sono morte. Twitter, com’è noto, significa “cinguettio”.

Il mio testo è un assemblaggio di parti, tradotte in italiano, di alcuni di questi ultimi tweet (con, in più, qualche elemento d’invenzione), assemblaggio che prova a ricalcare la struttura del canto dell’allodola (nell’alternanza di elementi ripetuti e parti libere) rinvenuta in Rete dagli appunti di un compositore-ricercatore:

https://www.naturamediterraneo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=111653&whichpage=1.

da Unità Stratigrafiche – Sezione II Animal-Animot-Animort:

Questa sezione, secondo le parole dell’Autrice, “tratta del nostro rapporto con gli altri animali, in un’ottica dichiaratamente antispecista, tentando di verbalizzare l’irredimibile “torto senza fine che infliggiamo agli animali” (per citare Derrida). E da Derrida, appunto, (“L’animal que donc je suis”), viene il titolo stesso della sezione. Animal-Animot-Animort: “L’animale è una parola che gli uomini si sono arrogati il diritto di dare. Si sono dati la parola per raggruppare un gran numero di viventi sotto un solo concetto: L’Animale, dicono loro. E si sono dati questa parola, accordandosi nello stesso tempo tra loro per riservare a se stessi il diritto alla parola, al nome, al verbo, all’attributo, al linguaggio delle parole”. Il senso della sezione è quello di affermare, con il filosofo ed etologo Roberto Marchesini, che è la soggettività a stare alla base della coscienza, non il contrario.”

quando il gatto di Jacques Derrida fu sul punto di morire

guardò quell’uomo che gli era capitato in sorte

e percepì in lui un disagio ben diverso

da quello che fiutava se Jacques si ritrovava

nudo al suo cospetto

adesso sotto l’ondivago ciuffo bianco

Jacques non s’interrogava più

sulla natura dello sguardo del suo gatto

ma si spandeva forte in paura e disorientamento

era dolore nel dolore di un altro

che finalmente sentiva di non essere più l’Altro

Jacques Derrida, L’animal que donc je suis.

“Is this what you want from me? Am I doing this right?”

Gladys Haunton

*

cosmodromo di Baikonur, 3 novembre 1957, ore 02.00

parlanti, separati dall’oblò della capsula spaziale Sputnik 2: il cane Laika; Oleg Gazenko (“dio” umano di Laika e, in quanto tale, dotato narrativamente dell’onniscienza)

— un ultimo cane e poi il primo uomo, anche grazie a te

— se è questo ciò che vuoi da me

— Laika, Mushka, Albina, Lisichka… vi do un nome, ora siete mortali, perché solo chi è chiamato diventa colui che un giorno non potrà più rispondere

— se è questo ciò che vuoi da me

— non è una catena, Laika, non sono lacci normali, ma l’elastico della fionda che ti lancerà lassù, nella gloria di francobolli e statue di bronzo

— se è questo ciò che vuoi da me

— aprirai la strada verso l’alto, come quando io aprivo sentieri in montagna

— se è questo ciò che vuoi da me

— Smelyj, invece, riuscì a scappare, sai? e Zhul’ka verrà a vivere in famiglia

— non servirà a niente, non c’è niente che io possa fare

— ma è questo ciò che vuoi da me

Gladys Haunton, Laika’s Window, http://turnrow.ulm.edu/view.php?i=100&setcat=prose.

*

come si porta il chiaro

nel buio della cellula?

facendo un topo-lucciola

un ibrido onco-faro

luciferoditore

mitosi nel fulgore

come si porta il chiaro

nel buio d’animale?

illuminando a giorno

la proliferazione cellulare

e cosa sogna l’ibrido

nel buio della gabbia?

cunicoli recessi

nascondigli a mezz’aria

o raduni fosforici

tra le piante di Uji?

Il topo transgenico MITO-LUC è stato ottenuto legando il gene della luciferasi, una proteina prodotta dalle lucciole, a un frammento di DNA del topo, ricavando così bioluminescenza dalle cellule dell’animale.

Laura Liberale è laureata in Filosofia, dottore di ricerca in Studi Indologici e ha conseguito il diploma del master Death Studies & the End of Life. Da diversi anni tiene corsi e seminari di scrittura creativa e di Cultura e Filosofia dell’India. Ha ottenuto riconoscimenti in svariati premi di poesia e narrativa. Suoi testi sono apparsi su riviste e antologie. Ha pubblicato i romanzi Tanatoparty (Meridiano Zero, 2009), Madreferro (Perdisa Pop, 2012), Planctus (Meridiano Zero, 2014); le raccolte poetiche Sari – poesie per la figlia (d’If, 2009), Ballabile terreo (d’If, 2011, premio Mazzacurati-Russo 2011), La disponibilità della nostra carne (Oèdipus, 2017, premio Lorenzo Montano 2017, 2° posto ex aequo Premio Anna Osti 2017, 3° posto ex aequo Premio Città di Conza 2019); i saggi indologici I mille nomi di Gaṅgā (Edizioni dell’Orso, 2003), I Devīnāmastotra hindū – Gli inni purāṇici dei nomi della Dea (Edizioni dell’Orso, 2007), I nomi di Śiva (Cleup, 2018). È presente tra gli autori di Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012). 

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