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L’arancia d’oro

Guarda dalla finestra la manifestazione

con striscioni che dicono non ci fermeranno un altro

mondo è possibile.

Cantano per la giustizia.

E’ dicembre. Fa freddo.

Lei non può più camminare.

Nella sua mente si forma

l’immagine di un pino

in una foresta di neve.

La neve è soffice e lei sente

l’odore acuto degli aghi di pino che cadono

come nei Natali dell’infanzia.

Tutto l’incanto e il miracolo era in quell’odore acuto di pino

che si sfaceva a poco a poco.

Anche il pino

stava davanti alla finestra.

Lei guardava fuori

nella bruma dell’inverno.

Come allora anche adesso

sta davanti alla finestra.

Da un ramo pende una grande arancia d’oro.

Dalla strada si levano grida,

la gente agita striscioni

scritti nelle lingue del mondo.

La polizia spruzza gas vietati

dalla convenzione sulle armi chimiche.

Spruzza in nome

della violenza legale.

Spruzza con abbondanza

come se stesse innaffiando le aiole.

Questi fiori hanno bocche e occhi.

Ci sono sempre molti

disposti a lavorare nella polizia

perché amano la violenza legale. 

Lei vorrebbe scendere in strada ma non può.

Da un ramo del pino pende una grande arancia d’oro.

Lei vorrebbe afferrarla ma non può.

E’ Natale.

Inedito

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