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Mauro Ferrari

Vedere al buio

Ulisse tornato a casa

Adesso tengo in ordine il giardino.

Quanto è complessa la continua lotta

alla malerba, amando

pochi semi selezionati!

Ogni tanto un acquazzone

o la grandine arruffa e distrugge,

e allora è un rifare tutto correndo

avanti e indietro a ridisporre

le pietre dell’orto, colmare

le pozze e ricoprire i bulbi affiorati.

E le lunghe attese,

i parti odorosi dei fiori infiniti,

l’alchemica armonia dei colori:

adesso coltivo me stesso a percepire

la giusta luce, a prevedere il tempo

e annusare la grandine

temendo l’eccesso e la penuria,

coltivando una ricchezza triste.

Come permettermi di dire Io

con tanto da dire e fare?

(Perché tutto sarà più chiaro

senza immagini e parole,

netto sullo sfondo del buio –

come un tuono secco.)

*

(E penso che se tutti

e anche me stesso

col nostro carico di gioie e orrori

non fossimo

né fossimo mai stati, tutto sarebbe

nonostante tutto identico,

un vento che viene e spazza i rami

e poi si perde

chissà dove.)

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